Il Progetto:
La Creazione della Nuova Tribu` Umana
I 4 Pilastri: Sociale, Ecologico, Economico e Spirituale
Secondo gli studi realizzati negli anni passati riguardo ai progetti di vita comunitaria che sono riusciti ad affermarsi, si e` riscontrato che, per prosperare, una comunita` dovrebbe poter sviluppare in modo equilibrato le 4 aree suddette (Economica, Ecologica, Sociale, Spirituale) tutte parimenti importanti.
Di seguito una sintetica esposizione di ognuna di esse.
Dimensione Sociale
Immagina una comunità che riscopre il senso profondo dell’appartenenza, unita non dai vincoli della famiglia mononucleare, ma da una tribù in cui ogni individuo è al servizio reciproco dei bisogni collettivi. Un luogo dove la connessione si nutre di rispetto, fiducia e sincerità, creando un nuovo paradigma di convivenza armoniosa.
Le giornate scorrono seguendo un ritmo naturale, scandito da pratiche che rafforzano il legame tra i membri e risvegliano l’essenza ancestrale dello stare insieme. Il Darshan apre lo spazio alla presenza consapevole, la Danza libera il corpo ed eleva lo spirito, i Cerchi Organizzativi ed Emozionali permettono di ascoltarsi e co-creare il quotidiano, mentre il Forum offre un luogo di condivisione autentica. I Satsang e le Meditazioni guidano verso la quiete interiore, favorendo una visione più ampia dell’esistenza.
Al centro di tutto, il vivere insieme diventa un Sacro Gioco: si crea per sé, per gli altri e per l’ambiente, si agisce con gioia in attività di comune utilità, si esplorano le emozioni attraverso il movimento e si celebra il piacere della condivisione. È uno spazio in cui la vita si intreccia con il sacro, la spontaneità incontra la struttura, e il senso di tribù diventa un’esperienza vissuta, giorno dopo giorno.
Dimensione Ecologica
L’ecovillaggio si fonda su un profondo equilibrio con la natura, mirando all'autosufficienza e alla rigenerazione dell'ambiente circostante. Qui, la terra, l’acqua e l’energia vengono gestite con saggezza, creando un ciclo armonioso che sostiene la comunità e il territorio.
Autosufficienza Alimentare
Con 8 ettari di terreno, il villaggio ha il potenziale per nutrire fino a 50 persone, tra residenti e volontari, attraverso i principi della Permacultura e dell’agricoltura rigenerativa. Una dieta prevalentemente vegetariana consente di ottimizzare le risorse, rispettando la biodiversità e i ritmi naturali della terra.
Autosufficienza Idrica
L’acqua della Pioggia viene raccolta e conservata attraverso cisterne dedicate e tetti ottimizzati per il recupero della pioggia. Inoltre, il terreno è modellato con Swales (fossati in Permacultura) per trattenere l’umidità e favorire la crescita di un bosco commestibile.
In previsione, un progetto di biolago secondo il metodo di Sepp Holzer arricchirà ulteriormente la gestione idrica del villaggio. Questo biolago naturale, privo di prodotti chimici e ispirato agli ecosistemi acquatici spontanei, sarà progettato con profondità variabili per favorire la stratificazione termica e la biodiversità. Zone di fitodepurazione con piante acquatiche filtranti garantiranno la purificazione dell’acqua, creando un ambiente vitale sia per la comunità che per la fauna locale.
Orti Collettivi e Individuali
Un’area di 3.000 mq è già destinata alla coltivazione di ortaggi, con la possibilità di espansione. L’orto collettivo diventa un punto d’incontro aperto anche ai soci esterni, che possono contribuire, coltivare prodotti di stagione e raccogliere direttamente dalla terra ciò di cui hanno bisogno.
Autosufficienza Energetica
Grazie a 3kW di pannelli fotovoltaici e 2kW di batterie, l’ecovillaggio è già 100% autosufficiente dal punto di vista elettrico. Una gestione consapevole dell’energia permette di alimentare illuminazione, boiler, forno, lavatrice e altre necessità quotidiane, dimostrando che un futuro sostenibile è non solo possibile, ma già realtà.
Economia: verso un modello integrato
Dopo anni di esplorazione in diverse realtà comunitarie in vari Paesi europei, ho osservato che le economie degli ecovillaggi si articolano principalmente in due modelli distinti.
Da un lato, esistono comunità basate su un’economia collettiva, in cui la produzione agricola, la trasformazione alimentare, la ristorazione, l’educazione in natura e altre attività generano un reddito condiviso tra i membri. Qui, il benessere economico è il risultato di uno sforzo collettivo e il ricavato viene suddiviso equamente.
Dall’altro, vi sono comunità che adottano un’economia individuale, in cui ogni membro contribuisce con una parte del proprio reddito ai bisogni comuni, coprendo spese come cibo, utenze e manutenzione degli spazi condivisi, ma mantiene la propria indipendenza economica.
Partendo dal presupposto che ogni individuo possiede talenti unici, credo che la chiave di un sistema sostenibile stia nel valorizzare sia il contributo personale sia quello comunitario. Ogni persona dovrebbe avere l’opportunità di realizzare e mettere a frutto i propri talenti, anche economicamente, condividendo una parte del proprio guadagno con la comunità. Al contempo, sarebbe importante che ciascuno dedicasse una parte del proprio tempo agli obiettivi economici collettivi, contribuendo con il proprio lavoro alle necessità della tribù.
Un modello plausibile potrebbe dunque essere quello di un’economia mista, che equilibri dimensione collettiva e individuale.
Ad esempio, la mattina potrebbe essere dedicata ad attività comunitarie come la coltivazione negli orti e frutteti, la preparazione dei pasti condivisi, la raccolta stagionale e la trasformazione dei prodotti agricoli (marmellate, conserve, erbe essiccate, fermentati, ecc.). Il pomeriggio, invece, ogni membro potrebbe dedicarsi alle proprie competenze e passioni, offrendo corsi, escursioni, trattamenti olistici, lezioni private o altre attività che non solo permettano la realizzazione personale, ma diventino anche un valore aggiunto per la comunità.
Questo approccio consentirebbe di creare un ecosistema economico flessibile, sostenibile e arricchente, in cui l’individuo trova espressione nella sua unicità e, al contempo, la comunità prospera attraverso la cooperazione
Dimensione Spirituale
dalla Non-Dualita`alla Coscienza Universale
A Shangri-La, la spiritualità è il cuore pulsante della comunità, la trama sottile che unisce il visibile all’invisibile, l’individuo all’intero cosmo. Crediamo che l’esistenza umana non si esaurisca nella dimensione corporea, emotiva e mentale, ma sia parte di un viaggio più vasto, un pellegrinaggio verso il riconoscimento della nostra vera natura: la Coscienza Universale.
Questa consapevolezza non è qualcosa da raggiungere, perché è già presente in noi—un eterno spazio di quiete e presenza oltre l’illusione della separazione. Tuttavia, nel fluire della vita ordinaria, spesso dimentichiamo questa nostra essenza, identificandoci con il rumore della mente e il turbinio delle emozioni. Il Risveglio è allora un processo di ricordo, un ritorno alla Non-Dualità, in cui l’ego si dissolve e ci riconosciamo come parte indivisibile del Tutto.
Per facilitare questo cammino, ci immergiamo in pratiche olistiche che nutrono l’anima e ci riconnettono con il flusso sacro della vita. Tra queste:
La Spirito Tribale (Pienezza dell’Essere), un’arte di presenza in cui ogni istante è vissuto come un’espressione del divino.
La Meditazione, che ci aiuta a svuotare la mente e ad aprire il cuore, permettendoci di percepire la realtà oltre le illusioni della dualità.
Lo Yoga, non solo come disciplina fisica, ma come via di unione tra il corpo, la mente e l’infinito. Attraverso il respiro consapevole e il movimento sacro, il corpo diventa un tempio e la pratica una preghiera vivente.
La Via del Cerchio, uno spazio sacro di condivisione e verità, dove la parola è medicina e ogni voce è accolta senza giudizio. Il Cerchio è l’archetipo dell’unità, della comunità che si sostiene reciprocamente nel viaggio della vita.
Le pratiche sciamaniche, che ci riconnettono con la saggezza ancestrale della Terra. Attraverso il tamburo, il canto, la danza e i rituali di guarigione, entriamo in contatto con gli spiriti della natura, con gli antenati e con la parte più autentica di noi stessi.
A Shangri-La, ogni individuo è anche libero di portare le proprie pratiche e proposte, sia per il proprio cammino personale sia, se lo sente, per condividerle con la comunità. Ognuno è il custode del proprio sentiero spirituale, e il villaggio diventa così un intreccio di esperienze e visioni, dove ogni essere è riconosciuto nel proprio modo unico di vivere la connessione con il divino.
In questa alchimia di esperienze, Shangri-La diventa un laboratorio vivente di trasformazione in cui il quotidiano è permeato di sacralità, e la vita stessa diventa una celebrazione del divino dentro e fuori di noi.
Non cerchiamo una fuga dal mondo, ma un’immersione più profonda nella sua essenza. Qui, ogni gesto è meditazione, ogni relazione è specchio, ogni momento è opportunità di risveglio.
Shangri-La` è, dunque, più di un luogo: è un portale verso l’infinito.